Leggendole, difatti, si percepisce subito che non sono nate per compiacere l’ego del loro autore (fatto questo di per sé già pregevolissimo), ma sono destinate agli amici dell’autore per stimolare, in ognuno di loro, una riflessione, un ricordo, un pensiero. Per rendere l’idea, forse possiamo dire che le riflessioni contenute in "Alla fine del giorno il silenzio" non sono esclusive ma inclusive. Tendono cioè a coinvolgere il lettore, a farlo sentire parte della vita di Francesco.
Così, allo stesso tempo, esse avvicinano Francesco alla vita di chi legge. Hanno in ciò una capacità rara, quasi magica, quella di mettere in comunione esperienze, vite, mondi, passati diversi. Le riflessioni di Francesco Pisanò hanno qualcosa di magico perché capaci, dunque, di intrecciare esperienze in un’era dominata oramai dal solipsismo e nella quale il tempo viene ormai dedicato solo a coltivare il mondo orto, il piccolo mondo-orto, senza pensare a ciò che c’è oltre la siepe. Francesco Pisanò è diverso dagli altri, è unico. Non solo perché ha un suo mondo, unico come il mondo di ognuno di noi, ma perché è capace di creare empatia tra lui e gli altri. Così facendo si crea un legame tra l’autore e i suoi lettori, i suoi amici, quelli veri e quelli virtuali. Un legame quasi simbiotico, certamente fecondo. Una capacità di creare legami rara oramai.
Una capacità di condivisione che arricchisce tutti e che rende magica, per l’appunto, questa raccolta. Semplice e profonda allo stesso tempo.
Un'alchimia rara, letteralmente poetica, quella che si crea leggendo questa raccolta e che la stampa scritta permetterà ora di conservare meglio nel tempo. Un regalo per il quale dobbiamo ringraziare Francesco Pisanò, ma anche i suoi amici che hanno promosso la stampa di "Alla fine del giorno il silenzio".
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