Lecce e i suoi quartieri, il Salento la sua storia, cultura e politica
giovedì 17 dicembre 2020
Da Bodini a don Chisciotte, l'intervista (stavolta) è possibile: incontro con Stefano Cristante
mercoledì 16 dicembre 2020
LA GIUNTA APPROVA L’INTITOLAZIONE DI UNO SPAZIO URBANO ALLA MEMORIA DI LEONARDO SCIASCIA
La giunta comunale ha approvato oggi l’intitolazione di uno spazio urbano alla memoria di Leonardo Sciascia. L’8 gennaio 2021, infatti, ricorrerà il centenario della nascita di Leonardo Sciascia (1921-1989), scrittore, giornalista, saggista, drammaturgo, poeta e critico d’arte. In vista di tale circostanza l’editore e giornalista Luigi Bramato, in collaborazione con la Gazzetta del Mezzogiorno, ha proposto all’amministrazione comunale di onorare la memoria dello scrittore dedicandogli uno spazio urbano. Iniziativa che ha trovato grande adesione da parte di numerosi rappresentanti del mondo universitario, giornalistico e imprenditoriale barese.
“Intitolare uno spazio pubblico a Leonardo Sciascia - commenta l’assessora alle Culture Ines Pierucci - significa rivendicare un patrimonio valoriale che appartiene non a Sciascia ma a tutti i lettori che, in occasione dei 100 anni dalla nascita dell’autore, intendono suggellare il legame di uno degli intellettuali più grandi del Novecento con la città di Bari. Un legame testimoniato anche dal suo primo lavoro, Le parrocchie di Regalpetra, pubblicato nel 1956 dagli Editori Laterza, in cui si enunciano con chiarezza quei valori di ragione, giustizia e libertà che resteranno centrali in tutta la sua produzione letteraria successiva”.
Autore di numerosi saggi, Leonardo Sciascia svolse l’attività giornalistica dedicandosi spesso a inchieste su argomenti storici o di attualità. Un impegno sociale che diventò presto impegno politico e di rappresentanza istituzionale sia a livello locale, nel Consiglio comunale di Palermo, sia a livello nazionale, come parlamentare della Camera dei Deputati. Spirito libero e anticonformista, lucidissimo e impietoso critico del nostro tempo, Sciascia seppe coniugare al meglio il rapporto tra letteratura e società. I suoi scritti proponevano un modello esemplare di libertà di opinione e di ricerca della verità, in periodi in cui i segreti di Stato erano utilizzati come simulacri per occultare e nascondere trame segrete o intrighi di potere. Inoltre, libri come “La scomparsa di Majorana”, “Il giorno della civetta” o “A ciascuno il suo” sono parte fondamentale del patrimonio della letteratura italiana.
Leonardo Sciascia, peraltro, era particolarmente legato alla città di Bari: il suo legame con il capoluogo pugliese risale agli anni ‘50, quando l’editore Vito Laterza pubblicò il suo primo libro, “Le parrocchie di Regalpetra”. In quel periodo, Sciascia si trovava a Bari e, grazie ai validi consigli dell’editore, scrisse il racconto che poi sancì il suo esordio come autore. Nacque così un forte sodalizio che si trasformò in un legame indissolubile tra Sciascia e la nostra terra.
Ancora a Bari, tra il 1981 e il 1982, collaborò come editorialista per la Gazzetta del Mezzogiorno, appassionandosi alla tragica vicenda di Aldo Moro con grande determinazione e acume.DOMANI SI RIUNISCE IL CONSIGLIO COMUNALE
Il consiglio comunale è convocato domani, giovedì 17 dicembre 2020 alle ore 16.00 in modalità telematica, mediante lo strumento della videoconferenza, ai sensi dell’art. 73 del Decreto-Legge 17 marzo 2020 n. 18, come convertito dalla Legge 24 aprile 2020 n. 27, per la trattazione dell'argomento: "Comunicazioni o richieste di informazioni".
martedì 15 dicembre 2020
UN PAESE ALLA DERIVA – INTERVENTO DI FABRIZIO CAMILLI
Non serve certo una analisi approfondita sui massimi sistemi per registrare una pericolosa deriva qualunquista volta alla superficialità dei comportamenti se registriamo nel volgere delle ultime settimane una imbarazzante sequela di comportamente fortemente deficitari in termini di senso della responsabilità nella nostra società, compresa la classe, diciamo per dire, dirigente che ci ritroviamo.
Un noto imprenditore organizza festini a base di droghe e sesso e colleziona stupri neanche fossero schedine giocate al totocalcio, ma nessuno si meraviglia e quasi quasi si sogghigna al pensiero di ragazzine pruriginose destinate al mercato della carne di qualità per la soddisfazione di perversi fruitori del sesso estremo;
un ex Ministro che , dopo aver firmato provvedimenti (oggi sotto la valutazione della magistratura), ai tempi che furono, in concordia con altro ministro oggi sottoposto a processo per reati frutto della fantasia estrema di una magistratura politicizzata (o meglio PALAMARIZZATA), denuncia vuoti di memoria preoccupanti al punto da immaginare, al grido di onestà onestà, di riservargli un sano TSO prima che entri in paranoia confusionale e decida di raccontare la verità finanche sui suoi natali genealogici, un Presidente del Consiglio che un giorno chiude un altro apre, un giorno socchiude un altro ammicca mezze riaperture, un giorno parla di potenza di fuoco mai vista ed il giorno dopo si limita solo a parlare della potenza attraverso la quale ha salvato il riverito posteriore del suocero affrancandolo dal carcere e da almeno un paio di milioni di euro di multa.
Muore Maradona ed il mondo del pallone si ferma, tra stadi intestati e cartelle esattoriali abbonate, muore Paolo Rossi, eroe del nostro MUNDIAL 82 e, tolto qualche minuto di raccoglimento prima delle partite ufficiali, si è gia archiviato finanche il fatto che in contemporanea con i funerali del Campione, ladri ingenerosi e malandrini provvedevano a svuotarne l'appartamento dei valori presenti.
E tutto passa in cavalleria abituati come ormai siamo alla pecoraggine collegiale, unico reale momento di socialità reale, senza neanche un sussulto sdegnato verso tanta protervia e rilassatezza morale.
Un padre violenta le amiche di scuola della figlia ad un pigiama party e ne troviamo traccia solo nell'immediatezza di un trafiletto. C'è poco succo, poca sporcizia per interessarsene. Meglio sesso droga e Rock & Roll che una violenza di campagna senza pruriti maliziosi nel backstage.
Ora arriva Natale e siamo tutti più buoni, almeno fino alla Befana quando, per cause di forza maggiore ricominceremo con il balletto della colorazione regionale e qualche iniziativa umanitaria per sostenere le famiglie bisognose di viveri e prebende. Di Economia meglio non parlarne tanto arriveranno i "ristori", piccole generose mancette da terzo mondo.
E se, per caso, il popolo sovrano registrasse un improvviso recupero di personalità e coerenza, ritenesse finalmente terminato questo infinito mandato ad adempiere, inevaso da decenni, affidato al Parlamento, decidesse di rendersi parte diligente nel verificare l'operato di questa magistratura con la tessera in tasca, immaginasse di perseguire materialmente gli autori di prevaricazioni e violenze, magari utilizzando le stesse armi di persuasione a parti invertite, insomma se decidessimo tutti di averne abbastanza di questo schifo generalizzato e scendessimo in piazza per una sana robusta irrefrenabile RIVOLUZIONE qualcuno avrebbe da dire qualcosa in contrario?
Fabrizio Camilli ha pubblicato per i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno Visto con i tuoi occhi
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